La cristallizzazione del miele non è un difetto, è un processo naturale di evoluzione del prodotto , una caratteristica intrinseca che non comporta nessuna variazione organolettica, ma ne garantisce la qualità , genuinità e assoluta naturalezza, a garanzia di un prodotto non pastorizzato.
Ogni tipologia di miele ha tempi e modalità diversi di cristallizzazione, dovuti alla sua composizione chimica che dipende dall’origine botanica.
Le api raccolgono il nettare e lo trasformano in miele, gli zuccheri che lo compongono sono principalmente il glucosio e il fruttosio e sono presenti nei vari tipi di miele, in diverse concentrazioni.
Essendo il glucosio meno solubile in acqua rispetto al fruttosio, più alta sarà la sua concentrazione maggiore sarà la tendenza a cristallizzare.
Anche alcuni fattori esterni possono influenzare la cristallizzazione ,come la temperatura del luogo di conservazione del miele ( temperatura ideale 20-22°).
Una volta cristallizzato lo si può far tornare liquido a bagnomaria o lasciandolo vicino ad una fonte di calore, l’importante non sottoporlo a temperature troppo elevate, oltre i 40° per non alterarne la composizione.
Quindi è meglio un miele liquido o cristallizzato ? Se è un miele di qualità non vi è differenza se non nell’aspetto, basta imparare a consumarlo nella consistenza tipica, in modo da sfruttarne sempre appieno le sue proprietà .
Buona norma sarebbe acquistare il miele da un apicoltore di fiducia serio che per nulla al mondo scalderebbe il suo miele , rischiando di alterarne la composizione in particolare la sua componente enzimatica , la sua azione antibiotica ed antibatterica, che rendono il miele un super alimento.
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